lunedì 2 dicembre 2024

LE PAROLE CHE TI HO DETTO

 


“ LE PAROLE CHE TI HO DETTO”

Per un mondo di donne e uomini senza violenza


Quale uso facciamo del linguaggio nella vita di tutti i giorni?
Siamo creature dipendenti gli uni dagli altri, siamo sempre in relazione
con gli altri; usiamo corpo e voce, la voce usa le parole.
Ma da troppo tempo abbiamo aumentato il numero di parole,
diminuendo la consapevolezza delle loro conseguenze.
Le parole hanno il potere di abbracciare o respingere, accogliere o ferire,
possono farci avvicinare o aumentare le distanze. Riescono perfino a
spostare intere folle.
Bisogna saper pesare le parole, essere consapevoli del linguaggio che
usiamo
Ogni affermazione, ogni espressione ha conseguenze molto più durature
e profonde di quanto si pensi.
Viviamo in un mondo sempre più competitivo in cui dilagano prepotenza
e arroganza. I media purtroppo a volta amplificano tutto questo. PAROLE
VIOLENTE vengono usate in molte trasmissioni televisive, nella stampa
,nei social, nei testi di canzoni, negli scambi verbali, nelle relazioni
affettive.
Parole e immagini mercerizzano il corpo femminile, lo rendono oggetto,
tolgono dignità alla donna e la svalorizzano, perpetuando vecchi
stereotipi. Troppe volte diventano violenza psicologica verso le persone
più fragili, verso le donne.
E quando un uomo si rivolge alla sua compagna dicendole: “ Non capisci
mai niente”, “stai zitta e vai in cucina”, “non azzardarti a contraddirmi”.
Sono residui di una società patriarcale che ancora resiste.
I nostri figli sono i più esposti a interiorizzare questi stili di comunicazione.
Si aggiunga poi che i nostri ragazzi usano i social che sono luoghi virtuali,
ma le persone che vi si incontrano sono reali, le conseguenze di parole
aggressive e giudicanti sono reali. Nascondendosi dietro un monitor
alcuni danno sfogo alle parole più turpi e violente, screditando gli altri
solo per puro piacere. Sono questi i coraggiosi di oggi? No, sono i
vigliacchi!
Se si propongono modelli in cui prevalgono la boria, l’ostentazione della
maleducazione e lo sproloquio, i nostri adolescenti che sono alla ricerca
della propria identità, cadranno facilmente nella seduzione di questi
esempi e ne diventeranno i replicanti, perdendo la realtà? No, sono i
vigliacchi!
L’antidoto? Il nostro esempio di genitori, insegnanti, istruttori dello sport
e operatori di tutte le agenzie educative. Persone che devono dare il
massimo valore alla parola RISPETTO, parola vissuta nel quotidiano,
rispetto che spesso è GENTILEZZA … parola che sa di vecchio? Non la
gentilezza finta e usata per il nostro calcolo, ma atteggiamento che
dobbiamo fare nostro. Essere gentili non è sintomo di debolezza. Il
rispetto è forza, la gentilezza è forza. La gentilezza delle parole crea
fiducia. OSIAMO LA GENTILEZZA!
Il debole è colui che non sa frenare i propri impulsi negativi e diventa
preda della violenza. Non sa usare il cervello.
Di seguito troverete un documento redatto da PAROLE O STILI,
associazione che lavora per diffondere le pratiche virtuose della
comunicazione e migliorare lo stile e il comportamento delle persone: il
cambiamento parte sempre dalla consapevolezza diffusa delle
responsabilità individuali.
Siamo partiti in questa riflessione dalle parole che ti ho detto per arrivare
alle parole che non dico, che non condivido, a quelle che condanno.





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