La mattina del 25 novembre il CIF ha organizzato un incontro con la collaborazione di Poste Italiane nell'ufficio postale centrale di Legnano per diffondere un grido di allarme riguardante la crescente violenza sulle donne che sta imperversando sulla rete e che colpisce soprattutto le giovani.Gli utenti hanno ricevuto il materiale informativo che troverete qui sotto con consigli e contatti da attivare in coso di situazione pericolosa.
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Giovane utente della Posta che legge il volantino informativo che le volontarie CIF hanno distribuito nell'ufficio centrale
Centro Italiano Femminile APS25 NOVEMBRE 2025GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNEOGGETTO … DONNAIl mondo online che ferisce e segna l’animaL’uso distorto di parole e immagini riducono le donne ad oggetto.Veniamo oggettivate come donne quando diventiamo strumenti per scopi di altri, cose di proprietà, merce di scambio.Quando non viene riconosciuta la nostra autonomia e la nostra capacità di agire, ma siamo trattate come oggetti semplicemente da guardare, desiderare, toccare, esibire. Di cui usufruire eventualmente e negare i nostri sentimenti.E’ notizia dei nostri giorni quello che è avviene in piattaforme online dove foto di donne, mogli, compagne e anche rappresentanti politiche vengono diffuse e manipolate senza consenso e raccontano ancora una volta la realtà di una violenza inaccettabile. REVENGE PORN. “porno vendetta”: diffusione di contenuti multimediali sessualmente espliciti senza il consenso della persona SEX TORTION. Minaccia di pubblicare video per ricatto HETERS , in italiano odiatori, anche chiamati “leoni da tastiera”, persone che usano nell’anonimato la rete per incitare all’odio verso qualcuno.Non sono episodi isolati, sono l’espressione di una cultura del non consenso che considera il corpo delle donne un oggetto di possesso che nei suoi esiti più estremi conduce fino al femminicidio. Sono donne che a loro totale insaputa si ritrovano coinvolte in contenitori web con foto non autorizzate e modificate che le ritraggono in atteggiamenti intimi e spesso sessuali seguiti da insulti in commentabili, volgari e sessisti (Deepfake): è la nuova frontiera della violenza maschile.Manca ancora una presa di coscienza collettiva e massiccia, così come una ridiscussione diffusa e seria di cosa significa essere maschi.Educhiamoli fin da giovanissimi al rispetto, all’uguaglianza fra i generi, alle emozioni, all’empatia, ai sentimenti, alla consapevolezza sulle responsabilità delle proprie azioni.Si propone quindi un modo diverso di essere uomini, liberi dalla violenza e in relazione con le donne, una relazione che diventa occasione di ascolto, riflessione e di maturazione umana, anche nei momenti più conflittuali e dolorosi. Altrimenti possiamo solo aspettarci che le nostre siano sono parole vuote.La presidente Graziella Zambello, la consigliera Natalina Bongini e la vicepresidente Nicoletta Frizzarin
STORIA DI ELI E PATRI riduzione dal volume “cuori connessi” realizzato da Polizia di Stato e Unieuro
Maria Chiara Croci legge il racconto di cyberbullismo "storia di Eli e Patri"Ore 23:40 “Patri sto provando a chiamarti rispondi subito!!!Ore 23:41 “Patri ci sei? è urgente!”Ore 23:44” Patri chiamami appena puoi!!!”Ore 23:51 “Patri ti prego, guarda questo cavolo di telefono!”Naturalmente come avete capito dai messaggi io sono Patrizia ho 14 anni e ho appena terminato la prima superiore. Era una serata d’inverno come tante, dove non ci sarebbe stato nulla da ricordare a parte quella raffica di messaggi che mi aveva inviato Eli.Lei è la mia migliore amica, quasi una sorella. Nonostante fosse mezzanotte passata, appena mi sono ritrovata da sola nella mia camera, ho provato a chiamarla e lei mi ha risposto quasi subito.In maniera molto confusa Eli ha tentato di spiegarmi che qualcuno aveva commentato delle nostre foto private in cui apparivamo seminude all’interno della palestra della scuola.Inizialmente non ci ho capito molto di quanto stesse dicendo, però mi arrabbiai tantissimo perché tutti quei messaggi mi avevano fatto veramente preoccupare.“Cavolo Eli, potevi anche dirmelo domani mattina questa boiata non c’era bisogno di mandarmi in paranoia con 1000 messaggi per una stupidata del genere.”“Pensa se io e te ci siamo mai fatte delle foto nude in palestra? Ma che cavolate sono? Però potrebbe essere un’idea!” Le risposi ridendo.”“Lo so che non ci siamo mai scattate delle foto semi nude, però Aurora mi ha detto che nel gruppo di Milo le hanno viste! Sono comparse in varie chat. Dai Auri non è una che spara cavolate”, aggiunse Eli con un tono estremamente convinto.Tranquillizzai Eli convincendola che non avevamo che non avevamo motivo di essere preoccupate.Quando alle 7:10 la mamma mi svegliò per prima cosa ho dato subito uno sguardo al display. C’erano già alcune notifiche su WhatsApp, cosa piuttosto strana, vista l’ora. Erano messaggi inviati da due compagni di scuola. Più o meno dicevano tutti la stessa cosa e si riferivano a quelle famose foto fantasma che io e Eli non ci eravamo mai sognate di scattare, tantomeno le avremmo eventualmente pubblicate. Solo a quel punto ho iniziato a preoccuparmi in maniera seria perché era evidente che stava accadendo qualcosa di cui non ero a conoscenza.Adesso le foto in questione erano addirittura due! A casa quella mattina decisi di non dire nulla. In classe già tutti sapevano di quelle famose foto, erano l’argomento del giorno e a quanto pare la notizia aveva già fatto il giro dell’istituto. Erano comparse in varie chat poi inevitabilmente qualcuno le aveva postate su un social e nel giro di pochissimo erano diventate virali. È stato Max un mio compagno di classe a farmele vedere. Indubbiamente nella foto io ed Eli eravamo seminude e anche in quella spiaggia con le tette al vento ero proprio io. In un lampo divenne tutto chiaro. Effettivamente, io ed Eli ci eravamo fatte un selfie in palestra utilizzando l’autoscatto perché ci piaceva avere un’immagine intera ma eravamo con il body mentre la foto al mare l’aveva scattata Tiziana, ricordavo benissimo anche il colore del bikini che avevo indossato quel giorno.Qualcuno dunque aveva in qualche modo trasformato e manomesso quelle normalissime foto, ricordo quella mattinata come se fosse un brutto sogno. Avrei voluto gridare al mondo che io e Eli eravamo vittime di un terribile malinteso e che bisognava individuare il colpevole e punirlo.Come immaginavo appena uscita dalla scuola il telefono ha cominciato a squillare, mamma che senza darmi neppure il tempo di parlare me ne ha dette di tutti i colori. Mentre tornavo a casa in piedi all’interno dell’autobus mi resi conto con orrore che quelle foto una volta postate le avrebbero potuto vedere e commentare in qualsiasi angolo del pianeta, altro che solo all’interno della classe del mio liceo.Fortunatamente questa brutta storia ha per ceri versi un lieto fine, ma le due ragazze certe paure se le porteranno addosso come una seconda pelle. I genitori di Eli si sono affidati alla Polizia Postale che adesso si chiama COSC (Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica)La Commissario Capo che li ha ricevuto la famiglia ha capito subito che le foto erano state manomesse e dopo una indagine scaturita dal racconto di Eli, ha scoperto che l’autore era uno studente maggiorenne dell’istituto, che attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale,tramite un’applicazione, ha spogliato i soggetti delle fotografie e li ha pubblicati sui social.Questa azione che alcuni considerano una SCIOCCHEZZA di fatto è configurabile in più reati: diffamazione, furto di identità digitale, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti e anche diffusione di materiale pedopornografico in quanto le ragazze di questa storia sono minori.
Vice ispettrice della Polizia di Stato Michela Reversi e dell'agente scelto Izzo
La Polizia Postale e delle Comunicazioni consiglia:1. La prima difesa è sempre la prudenza. Non diffondere immagini e video personali tramite profili social e messaggi;2. Se sei vittima di revengeporn, contatta immediatamente la Polizia Postale per ricevere supporto e chiedere informazioni;3. Per limitare la diffusione sui social di foto che ti ritraggono in atteggiamenti intimi puoi segnalare il reato al Garante per la protezione dei dati personali utilizzando il modulo gpdp.it/revengeporn;4. Se ricevi foto e video sessualmente espliciti che ritraggono altre persone, non diventare complice della loro diffusione, è reato!5. Spesso un partner geloso asseconda la propria esigenza di controllo chiedendo di condividere le password degli account. Quando si è certi di non avere nulla da nascondere e ci si fida incondizionatamente della persona della quale si è innamorati, si dà seguito a queste richieste pensando che, in fondo, non ci sia nulla di male. Purtroppo, nel momento in cui si condividono le password, si consegna la totalità delle proprie informazioni, conversazioni, interazioni, nonché immagini e video ad un’altra persona che in futuro potrebbe disporne in modo illecito (ad esempio, al termine di una relazione amorosa finita male);6. Scambiare immagini intime con il proprio partner può essere divertente e trasgressivo. Bisogna però sempre ricordare che una volta condivise, se ne perderà definitivamente il controllo: l’immagine potrà essere condivisa su vari gruppi di messaggistica istantanea, postata su social Network o pubblicata su siti web;7. Se ci si accorge che su internet circolano immagini sessualmente esplicite riguardanti la propria persona, è fondamentale chiedere aiuto e denunciare! Non bisogna vergognarsi e bisogna capire che chi ha sbagliato è chi ha condiviso l’immagine;8. È necessario conservare tutto ciò che può essere utile alle Forze di Polizia per identificare l’autore del fatto: si consiglia di non cancellare le chat in cui si viene minacciati o diffamati, le immagini e i video in cui si è ritratti in atteggiamenti intimi che vengono divulgati, l’ID del profilo con cui viene commesso il fatto e l’URL dei siti su cui i file multimediali vengono pubblicati;9. Ogni storia è diversa dalle altre. Spesso su internet non si trovano tutte le risposte di cui si ha bisogno. Se si ha necessità di confrontarsi sulla situazione che si sta vivendo o richiedere maggiori informazioni, è possibile scrivere alla Polizia Postale e delle Comunicazioni sul sito commissariatodips.it o, in alternativa, recarsi personalmente presso qualunque ufficio di polizia per ricevere aiuto. Se si è in pericolo, contattare il numero unico di emergenza 112.------------------------------------------------------------------------------------------------------A Legnano l’associazione Auser Filo Rosa gestisce il Centro antiviolenza che si trova in viale Pasubio, 21 Tel. 348 321 2482. Fa parte della rete antiviolenza Ticino-Olona istituita e finanziata da Regione Lombardia e collegata al numero verde nazionale 1522 attivo 24 h su 24.
Simona Grumelli socia di Auser Filo Rosa
Fa parte della rete antiviolenza Ticino-Olona istituita e finanziata da Regione Lombardia e collegata al numero verde nazionale 1522 attivo 24 h su 24.Altre socie CIF con la Presidente di Soroptimist International Anna Maria Rampini, Ada Colombo del direttivo Innerwill Ticino Olona e la Presidente della commissione femminile Pari Opportunità Paola Barbazza
Cerimonia di bollatura con il francobollo che denuncia la violenza sulle donne
CIF: via Matteotti,3 Legnano tel 3716128410 mail. ciflegnano@libero.it blog:centroitalianofemminilelegnano.blogspot.it









Si potrebbe dire un bel momento se l'argomento trattato fosse in diminuzione, tutte/i stanno facendo quello che possono, dobbiamo farci sentire ancora più forte, soprattutto essere educati ai sentimenti "UOMINI" abbiamo bisogno di voi
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