NONNE FIGLIE NIPOTI ( Gaziella )
NOVEMBRE 2019
“Mamma sono
incinta, aspetto un bambino. Ma non dirlo ancora perché è presto. A febbraio lo
diremo, dopo i primi tre mesi, perché sono i più difficili, poi le cose saranno
più tranquille” TRANQUILLE.
FEBBRAIO
2020
Dalla fine
di febbraio piombiamo in uno dei peggiori incubi: c’è un virus che ha un nome se
vogliamo accattivante, Corona, viene dalla Cina.
Ci
aggredisce a nostra insaputa, si fa trasportare invisibile dall’aria e poi si appoggia sulle maniglie, sulle pareti ,
sugli oggetti, su tutto ciò che
tocchiamo e in modo subdolo e infame entra dentro di noi. Molte volte ci
devasta. Ora abbiamo paura del respiro dell’altro.
MARZO APRILE
MAGGIO GIUGNO
Eccola la tranquillità.
Mia figlia ed io - e chiaramente tutto il resto della famiglia - viviamo giorni, settimane , mesi con la paura
nella pelle e nella testa. Se si ammala potrebbe perdere il suo bambino.
Non si trovano
mascherine, neanche a pagarle oro. Le confeziono io. Dopo poche settimane
arrivano da Shangai spedite da una collega.
Lì sono più organizzati che da noi.
Sette piani a piedi per evitare l’ascensore . “Ma sei gravida! Non fare questi sforzi”
“Ma ti pare
logico lavare con l’alcool tutte le confezioni che compri al supermercato?”
“E perché
lavi le suole delle scarpe?”
“Ma stai
dando i numeri? Ti spogli prima di entrare in casa e poi lasci i vestiti in
balcone per tre giorni!”
LUGLIO
E’ giunto il tempo del parto. Ricoverata in
clinica dieci giorni prima per problemi
sopraggiunti, è sola, senza nessuno che
possa stare in ospedale con lei, e in solitudine combatte l’ansia sognando un abbraccio e un conforto difficile
da trovare in uno schermo. Ha bisogno di
essere toccata, coccolata, ma in quei giorni, e per molti altri ancora, non si
potrà fare. Anch’io ne ho bisogno, non stringo più a me gli altri tre nipoti.
E infine
nasce Sofia, una bambola dagli occhi e dai capelli scuri. “Sei fortunata,
piccolina c’è anche il tuo papà in sala
parto ad attenderti, non speravamo che i medici lo permettessero”
La vedo sul
cellulare. “E’ La tua immagine, figlia
mia”.
Piango dalla
gioia e dallo sconforto perché non posso
essere lì e tenerla fra le braccia.
Creatura di
Dio. Dono di Dio. Grazie
Graziella
Una storia vera vissuta con coraggio e determinazione....grazie alla VITA che regala gioie e soddisfazioni anche nei momenti più difficili.
RispondiEliminaBella testimonianza che apre alla gioia e alla speranza,oggi necessarie più che mai.
RispondiEliminaRacconto molto intenso che comunica bene i sentimenti,le ansie e paure ,ma finalmente termina con la VITA e la gioia che questa ha donato a tutti. Ornella
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