sabato 16 gennaio 2021

 

 

NONNE FIGLIE NIPOTI   ( Gaziella )

NOVEMBRE  2019

“Mamma sono incinta, aspetto un bambino. Ma non dirlo ancora perché è presto. A febbraio lo diremo, dopo i primi tre mesi, perché sono i più difficili, poi le cose saranno più tranquille”   TRANQUILLE.

FEBBRAIO 2020

Dalla fine di febbraio piombiamo in uno dei peggiori incubi: c’è un virus che ha un nome se vogliamo accattivante, Corona, viene dalla Cina.

Ci aggredisce a nostra insaputa, si fa trasportare invisibile dall’aria e poi  si appoggia sulle maniglie, sulle pareti , sugli oggetti, su tutto ciò che  tocchiamo e in modo subdolo e infame entra dentro di noi. Molte volte ci devasta. Ora abbiamo paura del respiro dell’altro.

MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO

Eccola la tranquillità. Mia figlia ed io - e chiaramente tutto il resto della famiglia - viviamo  giorni, settimane , mesi con la paura nella  pelle e nella testa.  Se si ammala potrebbe perdere il suo bambino.

Non si trovano mascherine, neanche a pagarle oro. Le confeziono io. Dopo poche settimane arrivano da Shangai spedite da una  collega. Lì sono più organizzati che da noi.

 Sette piani a piedi per evitare l’ascensore .  “Ma sei gravida! Non fare questi sforzi”

“Ma ti pare logico lavare con l’alcool tutte le confezioni che compri al supermercato?”

“E perché lavi le suole delle scarpe?”

“Ma stai dando i numeri? Ti spogli prima di entrare in casa e poi lasci i vestiti in balcone per tre giorni!”

 

LUGLIO

 E’ giunto il tempo del parto. Ricoverata in clinica dieci giorni prima  per problemi sopraggiunti,  è sola, senza nessuno che possa stare in ospedale con lei, e in solitudine combatte l’ansia  sognando un abbraccio e un conforto difficile da trovare  in uno schermo. Ha bisogno di essere toccata, coccolata, ma in quei giorni, e per molti altri ancora, non si potrà fare. Anch’io ne ho bisogno, non stringo più a me gli altri tre nipoti.

E infine nasce Sofia, una bambola dagli occhi e dai capelli scuri.  “Sei  fortunata, piccolina  c’è anche il tuo papà in sala parto ad attenderti, non speravamo che i medici lo permettessero”

La vedo sul cellulare.  “E’ La tua immagine, figlia mia”.

Piango dalla gioia e dallo sconforto  perché non posso essere lì e tenerla fra le braccia.

Creatura di Dio. Dono di Dio. Grazie

 

                                                                                 Graziella

 

 

3 commenti:

  1. Una storia vera vissuta con coraggio e determinazione....grazie alla VITA che regala gioie e soddisfazioni anche nei momenti più difficili.

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  2. Bella testimonianza che apre alla gioia e alla speranza,oggi necessarie più che mai.

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  3. Racconto molto intenso che comunica bene i sentimenti,le ansie e paure ,ma finalmente termina con la VITA e la gioia che questa ha donato a tutti. Ornella

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