In una bolla
Mi sembra di vivere in una bolla,
con la sua realtà ristretta, vedo cosa sta succedendo, ma è come se non sia più
libera di decidere, trascorro i minuti, le ore, i giorni con il pensiero che
potrei forse fare di più. E’ questa la sensazione che ho da quando il disastro
della pandemia è piombato su di noi!
La mia vita, fatta di incontri, di
partecipazione, di condivisione si è forse sciolta …
Poi penso alla fine di essere
fortunata: guardo quello che ho dovuto abbandonare, non voglio essere io il
soggetto dei miei pensieri.
Penso alla solitudine, non mia, ma
delle persone che sono state abbandonate nelle loro fragilità, persone che
hanno patologie oncologiche e che affrontano con paura il trauma che è
loro capitato e sentono il bisogno di essere accompagnate.
Non sono lasciate sole nelle loro
cure mediche, ma nell’affrontarle.
Il compito del nostro volontariato è
proprio quello di seguire il percorso dei malati, nel sostenerli nell’
affrontare i momenti difficili, nel consegnare positività anche se la realtà è
complicata, è un accompagnamento fatto con l’ascolto, con le strette di mano,
con gli sguardi e tutto questo ora manca!
Ma la pandemia ha aguzzato l’ingegno
…, e allora abbiamo messo in campo l’ascolto telefonico, il ritrovarsi
attraverso le piattaforme on line, cerchiamo in ogni modo di far capire che ci
siamo!
La realtà a cui andremo incontro
sarà diversa, il nostro volontariato sarà diverso, il nostro modo di pensare
sarà diverso, ma non sarà diversa la nostra voglia di stare vicino alle persone
e di condividere le loro difficoltà.
E allora metterò tutte le mie
energie per abbandonare quella bolla che mi fa mancare il respiro!
Anna LILT
Grazie a tutte le donne che ogni giorno, seppur con tanta fatica, operano con grande spirito di solidarietà nel volontariato.
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