mercoledì 31 marzo 2021

non c'è tempo per " "

 

"Non c'è tempo per... "

 

Mi chiamo Nicole, sono una giovane medico abilitata alla professione all’inizio del 2020. . Dopo tanti anni di studi e teoria finalmente arriva il momento di mettere in praticain una struttura idonea.

Cosa succede? … Scoppia una pandemia da coronavirus..

 Momento di smarrimento.

 Di tempo per imparare non ce n’è, io insieme ad altri miei colleghi veniamo catapultati nel mondo del lavoro, da soli, senza esperienza si dice sempre "sbagliando si impara", peccato che nel mio lavoro se sbagli le persone muoiono.

 

Non c’è tempo per imparare e non c’è nemmeno tempo per sbagliare.

 

 Quando finisci di lavorare, torni a casa la sera, ma il cervello non lo spegni mai, ripensi se non fosse stato meglio dare un altro farmaco, fare un esame in più o solo arrivare 5 minuti prima e sotto la doccia non c’è il tempo per pensare che nonostante l’impegno e la fatica della giornata i tuoi pazienti ti chiamino solo "signorina", quando il tuo camice vale tanto quanto quello del tuo collega uomo.

 

Dopo 10 mesi di pandemia e di libera professione entro in specialità: anestesia e rianimazione. Wow, che fortuna diventare un anestesista-rianimatore in tempo di covid, una fortuna sia per orgoglio personale sia per la tua futura carriera, direte voi.


 E invece no, che sfortuna essermi abilitata ed essere entrata in specialità proprio nell’anno del covid. Le sale operatorie chiudono, io non lavoro e ne va della mia formazione che non mi faranno mai più recuperare. Rimangono aperte solo le sale per le urgenze e per i pazienti oncologici; per cui lavoro poco, lavoro anche male perché la prima cosa che si dice al paziente spaventato per l’intervento è "signore, può piangere ma non può togliersi la mascherina". È terribile, le loro lacrime non fai in tempo a vederle che sono già scese sotto a quella mascherina che non toglieranno per prendere un respiro profondo, per fare un sorriso al successo dell’operazione, la mascherina la toglieranno solo per mettere un tubo in gola. Non c’è tempo nemmeno per avere paura.


Ma io amo il mio lavoro ,perché a volte quei tubi io li tolgo, perché a volte le lacrime scendono per l emozione di essere finalmente guariti, perché a volte qualcuno ti dice "grazie dottoressa".

Oggi sono una specializzanda in settimana, un medico di guardia la notte, un medico vaccinatore nei week end.. lavoro in media 75 ore la settimana , vivo da sola, a 50 km da casa, ho 28 anni, non ho un fidanzato, non ho figli.. e l’unica cosa che la gente mi chiede è … non è tempo di pensare a sistemarti ? Il fatto di essere intelligente, intraprendente, coraggiosa, altruista, indipendente non è evidentemente abbastanza per loro. Ma vi assicuro che è abbastanza per me. Al momento, per un medico in piena pandemia, inutile dirlo, non c’è tempo per pensare di mettere su famiglia.

 

Essere un medico oggi, al tempo del covid, è difficile ed è ancora più difficile essere un giovane medico donna.

 

                                                                                  NICOLE

1 commento:

  1. Ornella.Bella ed intensa storia di questo giovane medico donna,Nicole,che ci ha mostrato la determinazione e il coraggio di quest'eroina dei nostri tempi che ha combattuto la sua iniziazione medica contro il "nemico Covid". Dobbiamo essere grati ai molti che come lei in prima linea hanno donato le loro energie,il loro sapere per aiutarci. Grazie

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