COVID-LOCKDOWN ( Ornella )
Queste parole nel 2020 ci hanno accompagnato e ci
accompagneranno ancora per lungo tempo, soprattutto nella memoria. Nei mesi
della primavera tutti siamo stati costretti (per il bene nostro e di tutti gli
altri) a rinchiuderci nella nostre case per cercare di fermare l’avanzata del
Virus SARS-CO-V-2 detto COVID. Le uscite erano limitate solo per ragioni di
necessità: acquistare generi alimentari, farmaci….. Diciamo che ci siamo
riusciti, siamo stati ligi alle disposizioni governative e abbiamo in seguito
ricevuto lodi da tutto il mondo per come ci siamo comportati. Certo è stato
impegnativo! Per tutti. Anch’io mi sono adeguata, e, siccome sono vedova e
rientro nella categoria delle “persone fragili” per l’età, un po’ ero già
abituata a stare sola. Però questa volta è stato più difficile. Senza la
vicinanza delle mie figlie e dei nipoti, senza le relazioni con le amiche , con
le compagne di volontariato e associazione, bisognava trovare un modo per
riempire le giornate. Allora mi sono organizzata. Ho mantenuto i contatti
grazie alla tecnologia con telefonate, videochiamate con i familiari, con lo
streaming ho potuto seguire la S.Messa e i rosari. Poi per il movimento fisico,
salivo le scale condominiali a piedi (abito al 3° piano) e facevo camminate di
circa mezz’ora ogni giorno nel cortile del palazzo e infine della ginnastica
per gambe e schiena sul tappeto di casa. Rimaneva ancora tempo e allora non ho
“spadellato” di più o rimesso in ordine gli armadi di casa come invece molte
persone hanno fatto, ma ho disegnato, colorato mandala, risolto parole
crociate, visto un po’ di più la TV, ascoltato musica e letto ancor più del
solito. Devo dire che così organizzata sono riuscita a non annoiarmi troppo,
anzi a periodo di chiusura finito mi sono detta che sono stata brava e capace di resistere anche in quella
situazione ed è anche vero che il detto “Ci si abitua a tutto” è veritiero.
Certo la vicinanza e l’affetto delle figlie, dei nipoti e delle amiche sono
stati fondamentali. Le loro chiamate giornaliere , la spesa che mi hanno
procurato, un regalo inaspettato di un libro di mandala da colorare, dei fiori
con un bel messaggio d’amore, mi hanno molto aiutata, perché un po’ di fatica
nel vivere questa situazione nuova c’è stata. Mi ha aiutata anche il mio carattere: so sopportare, avere pazienza e positività e
non ultimo mi ha aiutata la fede nel Signore e nella sua provvidenza e lo
ringrazio per avermi donato questo mio modo di essere. Purtroppo so di molte
donne che hanno vissuto male tutto questo e mi dispiace per loro. Spero possano
trovare forza, amicizia e sostegno anche per il futuro che ci aspetta.
Finalmente il 18 Maggio termina il lungo periodo di chiusura e ci è data la
possibilità graduale di uscite con delle regole; piano piano si riprende in
mano con gioia la vita apprezzandola ancora di più di prima, quando ci siamo
dovuti confrontare con la possibilità della morte. Abbiamo avuto tempo per
riflettere su questi temi importanti, che di solito non si affrontano e questo
è stato un fatto positivo che ci è stato dato dal “Nemico Covid”. Domande come: “Potrei morire
anch’io” e allora “Cosa ho lasciato di mio nel mondo, nella mia famiglia? Ho seminato bene, ho contribuito
a rendere la Terra su cui ho vissuto
bella , migliore? Sono pronta a lasciare la vita? Sarò forte e coraggiosa
quando sarà il momento?”. Ora che siamo in autunno ed è arrivata la grande
impennata dei contagi, le domande e le paure si ripresentano. “Ce la farò a superare anche questo momento?
Ancora una bella storia di resilienza in un periodo così difficile. Complimenti!
RispondiEliminaLa storia termina con le domande fondamentali della vita e che alla vita danno senso
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