Il pomeriggio di sabato 24 maggio, nell’Atelier Ferioli di piazza San Magno si è concretizzato l’incontro tra impegno e arte, letteratura e fotografia. In occasione del vernissage della mostra Ultima cena di una migrante (qui la nostra presentazione), la stessa si è arricchita di un prezioso contributo, con le fotografie di Alessandro Uttaro.
A presentarle, con l’artista legnanese, la scrittrice Laura Campiglio e Pino Bravin, autore delle pagine ispiratrici. Presente l’assessora all’Istruzione Ilaria Maffei, le volontarie del Cif e Anna Prada che ha letto brani del testo “galeotto”.
Il tutto è infatti partito da un’idea che Vittoriano Ferioli aveva in serbo da anni, maturata all’insegna dei ravioli del titolo di un racconto di Pino Bravin, che narrava del viaggio di una donna dalla Romania a Milano in autobus, pubblicato in Attorno a un lago attorno a un letto (2011), tre racconti illustrati dallo stesso Ferioli.
Graziella Zambello, presidente della sezione legnanese del Centro Italiano femminile, ci dice come le foto rappresentano “Donne reali ospitate alla Croce Rossa Italiana di Legnano, alle quali il Cif dà accoglienza andandole a trovare, per incontrarle e fare con loro attività varie, per capire quali siano i loro bisogni e capacità, dall’approfondire la conoscenza della lingua alla manualità, per esempio abbiamo regalato una macchina da cucire alla croce Rossa perché abbiamo visto che c’era chi già aveva esperienza in questo campo, nella speranza di un futuro lavoro, comunque stimolo a credere in se stesse e nelle proprie capacità”.
Parliamo di persone provenienti da Senegal, Costa d’Avorio, Tunisia, che parlano francese, inglese, alcune solo arabo quindi, continua Zambello “Ci piacerebbe che questo progetto divenisse itinerante, quel che ci preme è infatti far capire che non si tratta di entità vaghe, ma di persone vere con problematiche reali, con i dolori di un passato pesante e un futuro incerto, questo il messaggio che vogliamo dare.”
Per Alessandro Uttaro, (romano, vive a Legnano da un paio d’anni) “Il progetto nasce da uno studio dell’istituto Italiano di Fotografia, che ha chiesto agli studenti di cui faccio parte di sviluppare un tema relativo alle donne e in modo più ampio alle problematiche legate al mondo femminile. Ho pensato alle migranti e alle difficoltà che devono affrontare, e il destino mi ha fatto incontrare Graziella, così, quando ho visto che il Cif era molto attivo su questi temi, le ho scritto e parlando con lei ho capito che c’era la possibilità di fare quello che desideravo, e così sono nati questi ritratti di ‘Anonime’ per dare voce e visibilità alla resilienza delle donne” già esposti lo scorso marzo nella Biblioteca di Legnano (qui il nostro articolo).
La mostra sarà visitabile fino all’8 giugno. Info e visite: 335 65 68 043.
Gigi Marinoni
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