La difficoltà di vivere ( Graziella )
Ti conosco
Miriam, da quasi due anni. Ti sei presentata alla nostra associazione un po’
smarrita in cerca di un aiuto che da subito si è rivelato difficile da offrire.
Ma mi sono detta che non potevo lasciarti andare. Ci sarei stata con un
obiettivo chiaro nella testa: sarebbe stato difficile il tuo percorso ma
avremmo tentato , ci avremmo provato insieme a fare quel cammino lento verso
un’autonomia personale ed economica che avevi perso pian piano all’interno di
un rapporto sentimentale sballato. Giorno per giorno, inesorabilmente, lui ti ha legato sempre di più fino a farti
piombare in un baratro in cui hai trovato solo disperazione e sfiducia nel
futuro.
Per lui hai
lasciato il tuo lavoro, ma tuo marito,
un peter pan incapace di gestire le sue spese , ha usato te con una violenza
psicologica subdola e ti messa dentro i suoi debiti e ora ne sei attanagliata:
non hai più una casa, un’auto, hai attacchi di panico ricorrenti, ti sei
separata e sei ritornata con lui per bisogno… te ne sei allontanata un’altra
volta..vivi con l’aiuto di associazioni e di amici.
E poi arriva
questo covid maledetto che ti getta ancor più nella disperazione. Perché?
Perché vedi allontanarsi a chissà quando anche le aspettative più semplici.
Trovare una piccola attività? Ma dove, se anche chi ce l’ha la sta perdendo.
Avere aiuti dallo stato? No, tu non hai perso reddito causa covid e ricevi già
il reddito di cittadinanza. Quanto? 84 euro al mese …. Perché così poco? Perchè ti sei separata
legalmente solo quest’anno e la sentenza ha avuto un ritardo … per le chiusure dei tribunali dovute alla
pandemia e così hanno conteggiato anche il reddito di lui.
” Sono sola in due vecchi locali
offerti pro tempore da una famiglia che si diceva amica ma che ora vuole gettarmi fuori. Andrò sotto i
ponti. Mi devo prostituire? No, ho ancora una dignità … spesso penso al suicidio.”
Per quel che
possiamo ti stiamo aiutando, anche creando una rete di solidarietà intorno a te.
Questa fino a oggi è la storia di Miriam, una donna bella, non più giovanissima, che vuole solo riprendersi in mano la sua vita, ma non ha la forza psicologica e fisica per combattere e nella nostra Italia fatica a trovare i supporti necessari.
Chi non ha nulla , ha sempre meno in questo mondo che ti spinge ad avere sempre più cose da consumare, ma che butta via anche le persone.
Ma una
speranza la dobbiamo trovare e la dobbiamo coltivare nell’animo perché tutto
questo passerà, dobbiamo avere pazienza e sopravvivere. Ci sono ancora persone
che sanno tendere una mano e cercano di fare il possibile per essere vicino a
chi soffre. A volte basta una telefonata al giorno per far sentire la vicinanza,
un aiuto per fare la spesa , condividere idee per cercare soluzioni che seppur
piccole aprono alla fiducia
nell’avvenire.
“Ce la
faremo” dicono gli striscioni appesi alle finestre e ai balconi. Ce la faremo .
il soggetto è al plurale. Vuol dire che solo uniti ce la faremo, se non saremo
lasciati soli. Allora la speranza si riaccende .Non spegniamola. Ci aspettano tempi
duri e purtroppo non solo per Miriam.
Toccante questo racconto .Arriva direttamente al cuore e scatena il dispiacere nel vedere una "sorella"( tutte le donne sono sorelle) cosi'sfortunata. Però ci sono dei"porti" dove Miriam trova ristoro per proseguire il suo faticoso viaggio. Forza Miriam! Ornella
RispondiEliminaDevo premettere che seguo le storie di donne in tempo di Covid, anche se in questo momento ho una repulsione a tutto quello che ha comportato e continua a comportare sulla nostra vita, dopo aver letto questo racconto, devo sentirmi molto fortunata e cercare di affrontare con più serenità le vicissitudini di questo periodo pensando a Miriam a cui mando un grosso abbraccio
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